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La nuova tecnica che trasforma il dolore del lutto in amore.
Un libro che permette di rielaborare in chiave positiva e costruttiva il quotidiano confronto con il dolore causato da un lutto che ha lasciato irrisolte troppe questioni... dai sensi di colpa, dalla rabbia e dalla tristezza che affliggono coloro che sopravvivono alla perdita di una persona cara.
Attraverso una particolare stimolazione del cervello, il Dott. Botkin induce un’esperienza in cui il paziente ha la viva percezione di incontrare la persona per cui sta vivendo un lutto. L’evidenza clinica deriva da più di 3000 casi documentati dal Dott. Botkin e altri professionisti.
Presentata attraverso l'immediato linguaggio del vissuto e dell'esperienza diretta, l'innovativa tecnica della IADC (comunicazione post-mortem indotta) permette di risolvere in modo immediato e definitivo:
Il libro contiene la descrizione dettagliata di molti casi risolti.
"La IADC guarisce gli elementi più profondi e dolorosi del lutto e l’associato senso di disconnessione, i pazienti sono in grado di ricordare l’evento in modo più astratto ed emotivamente distaccato. Non conosco nessun’altra tecnica psicoterapeutica che possa dimostrare un cambiamento tanto evidente nella funzione cerebrale ed un conseguente marcato passaggio di prospettiva riportato dal paziente stesso".
Dott. Alan Botkin
Un libro che permette di rielaborare in chiave positiva e costruttiva il quotidiano confronto con il dolore causato da un lutto che ha lasciato irrisolte troppe questioni... dai sensi di colpa, dalla rabbia e dalla tristezza che affliggono coloro che sopravvivono alla perdita di una persona cara.
Attraverso una particolare stimolazione del cervello, il Dott. Botkin induce un’esperienza in cui il paziente ha la viva percezione di incontrare la persona per cui sta vivendo un lutto. L’evidenza clinica deriva da più di 3000 casi documentati dal Dott. Botkin e altri professionisti.
Presentata attraverso l'immediato linguaggio del vissuto e dell'esperienza diretta, l'innovativa tecnica della IADC (comunicazione post-mortem indotta) permette di risolvere in modo immediato e definitivo:
- il lutto non elaborato;
- il dolore causato dal distacco della morte;
- i sensi di colpa legati alla scomparsa di una persona;
- l'incertezza sulla condizione di un caro dopo la sua dipartita;
- l'amarezza che deriva da un perdono mancato...
Il libro contiene la descrizione dettagliata di molti casi risolti.
"La IADC guarisce gli elementi più profondi e dolorosi del lutto e l’associato senso di disconnessione, i pazienti sono in grado di ricordare l’evento in modo più astratto ed emotivamente distaccato. Non conosco nessun’altra tecnica psicoterapeutica che possa dimostrare un cambiamento tanto evidente nella funzione cerebrale ed un conseguente marcato passaggio di prospettiva riportato dal paziente stesso".
Dott. Alan Botkin
INDICE
Prefazione del dottor Raymond A. Moody
Prefazione
Prefazione dell’autore all’edizione italiana
Ringraziamenti
Glossario
Appendice B
La procedura di IADC per psicoterapeuti
Appendice C
Che cosa ho imparato dai primi 84 casi
Appendice D
Aggiornamento dati
Prefazione
Prefazione dell’autore all’edizione italiana
Ringraziamenti
- Una comunicazione post-mortem avviene inaspettatamente durante la terapia
- Come ho imparato a indurre la comunicazione post-mortem
- Insegnare agli altri psicoterapeuti a indurre la comunicazione post-mortem
- Nuove idee nella cura del dolore
- Osservazioni comuni nelle IADC
- Casi straordinari di IADC
- IADC che si sottraggono a teorie psicologiche note
- LADC condivisa e ADC concomitante
- Professionisti e accademici sperimentano delle IADC
- Nelle IADC il perdono guarisce la rabbia e il senso di colpa
- LADC con i reduci di guerra: fare Pace con la Guerra
- Prerequisiti di una LADC
- Profonde similitudini tra ADC e NDE
- La buona notizia è che ora puoi dare un’occhiata tu stesso
- Il futuro della terapia IADC - Dove arriveremo partendo da questi presupposti?
- Una considerazione personale
- Un’importante nota sul suicidio
Glossario
Appendice B
La procedura di IADC per psicoterapeuti
Appendice C
Che cosa ho imparato dai primi 84 casi
Appendice D
Aggiornamento dati
APPROFONDIMENTI
Prefazione dell’autore all’edizione italiana
"La prima edizione di Induced After Death Communications è apparsa in America nel 2005. Da allora la IADC (comunicazione post-mortem indotta) ha conosciuto numerosi sviluppi tanto nel settore della ricerca, quanto nel riconoscimento ufficiale da parte dei professionisti.
Il primo articolo su questo argomento è apparso nella primavera del 2000, sulla rivista “Journal of Near Death Studies”, e oggigiorno sono numerosi i progetti di ricerca che indagano intorno a questa terapia. Citiamo ad esempio la ricerca condotta dall'Università della Virginia, nella quale vengono eseguite sofisticate analisi EEG delle risposte cerebrali di soggetti che si sottopongono alla terapia IADC. Altre ricerche sono invece inserite nel programma di corsi universitari, molti dei quali coinvolgono Dottorati di ricerca. Tra questi sono inclusi gli studi riguardanti i protocolli per la progettazione di gruppi di controllo.
Nel corso dell’estate del 2013, sono apparsi sul “Journal of Near Death Studies”, due miei recenti studi sulla LADC: il primo è un’indagine statistica basata su di un questionario che ho sottoposto a 71 pazienti, nel quale indagavo sul dolore legato al lutto prima di una seduta di IADC, dopo il suo termine, e nei controlli successivi. I risultati ottenuti indicano che i pazienti che si sono sottoposti a una IADC hanno riscontrato un miglioramento su ogni voce d’indagine, e questo ci porta a sostenere la teoria per cui la comunicazione post-mortem indotta sia un trattamento psicoterapeutico estremamente efficace.
Nel secondo studio mi sono invece concentrato sui terapisti formati nella IADC. I risultati ottenuti dimostrano che gli psicoterapeuti formati in questa tecnica riescono a ottenere i miei stessi risultati.
Dall’analisi incrociata di questi due studi, si può dunque dedurre che la LA.DC rappresenti un trattamento efficace, e che può essere insegnata con successo ad altri terapeuti.
A partire dal 2005, la diffusione della IADC è stata estremamente rapida: a oggi, si contano specialisti formati in questa terapia in ben dodici Paesi. A Saarbruecken, in Germania, nel gennaio 2011 è stato inaugurato l'Allan Botkin Institut Deutschland, sotto la guida della psicologa Juliane Grodhues. Esiste inoltre un Comitato Internazionale della IADC, che conta a oggi sei membri.
Trovo estremamente incoraggiante l’interesse che in Italia si è sviluppato recentemente intorno a questa tecnica, grazie soprattutto all’impegno del dottor Andrea Leone, dello IONS Italia, che si è impegnato attivamente nella promozione della IADC e nella realizzazione di questa edizione italiana. A lui e a UNO Editori vanno i miei più sinceri ringraziamenti.
Tutti questi segnali ci fanno presagire che la IADC conoscerà in futuro un grande sviluppo e ci auguriamo che possa integrarsi completamente nelle terapie del dolore. La ragione che ci spinge a credere nella sua diffusione e che presiede al nostro ottimismo è che la IADC, molto semplicemente, funziona! E noi stiamo lavorando per ottenere risultati che molti, nel campo del trauma e del dolore, non avevano mai neppure ritenuto possibili."
"La prima edizione di Induced After Death Communications è apparsa in America nel 2005. Da allora la IADC (comunicazione post-mortem indotta) ha conosciuto numerosi sviluppi tanto nel settore della ricerca, quanto nel riconoscimento ufficiale da parte dei professionisti.
Il primo articolo su questo argomento è apparso nella primavera del 2000, sulla rivista “Journal of Near Death Studies”, e oggigiorno sono numerosi i progetti di ricerca che indagano intorno a questa terapia. Citiamo ad esempio la ricerca condotta dall'Università della Virginia, nella quale vengono eseguite sofisticate analisi EEG delle risposte cerebrali di soggetti che si sottopongono alla terapia IADC. Altre ricerche sono invece inserite nel programma di corsi universitari, molti dei quali coinvolgono Dottorati di ricerca. Tra questi sono inclusi gli studi riguardanti i protocolli per la progettazione di gruppi di controllo.
Nel corso dell’estate del 2013, sono apparsi sul “Journal of Near Death Studies”, due miei recenti studi sulla LADC: il primo è un’indagine statistica basata su di un questionario che ho sottoposto a 71 pazienti, nel quale indagavo sul dolore legato al lutto prima di una seduta di IADC, dopo il suo termine, e nei controlli successivi. I risultati ottenuti indicano che i pazienti che si sono sottoposti a una IADC hanno riscontrato un miglioramento su ogni voce d’indagine, e questo ci porta a sostenere la teoria per cui la comunicazione post-mortem indotta sia un trattamento psicoterapeutico estremamente efficace.
Nel secondo studio mi sono invece concentrato sui terapisti formati nella IADC. I risultati ottenuti dimostrano che gli psicoterapeuti formati in questa tecnica riescono a ottenere i miei stessi risultati.
Dall’analisi incrociata di questi due studi, si può dunque dedurre che la LA.DC rappresenti un trattamento efficace, e che può essere insegnata con successo ad altri terapeuti.
A partire dal 2005, la diffusione della IADC è stata estremamente rapida: a oggi, si contano specialisti formati in questa terapia in ben dodici Paesi. A Saarbruecken, in Germania, nel gennaio 2011 è stato inaugurato l'Allan Botkin Institut Deutschland, sotto la guida della psicologa Juliane Grodhues. Esiste inoltre un Comitato Internazionale della IADC, che conta a oggi sei membri.
Trovo estremamente incoraggiante l’interesse che in Italia si è sviluppato recentemente intorno a questa tecnica, grazie soprattutto all’impegno del dottor Andrea Leone, dello IONS Italia, che si è impegnato attivamente nella promozione della IADC e nella realizzazione di questa edizione italiana. A lui e a UNO Editori vanno i miei più sinceri ringraziamenti.
Tutti questi segnali ci fanno presagire che la IADC conoscerà in futuro un grande sviluppo e ci auguriamo che possa integrarsi completamente nelle terapie del dolore. La ragione che ci spinge a credere nella sua diffusione e che presiede al nostro ottimismo è che la IADC, molto semplicemente, funziona! E noi stiamo lavorando per ottenere risultati che molti, nel campo del trauma e del dolore, non avevano mai neppure ritenuto possibili."
AUTORE
Alan Botkin, ha conseguito nel 1983 la laurea in Psicologia presso la Baylor University. Durante i successivi 20 anni ha lavorato in uno studio privato come psicologo d’equipe presso il Department of Veteran Affairs nella zona di Chicago. È specializzato nella diagnosi e nella cura del disturbo post traumatico da stress (PTSD). Il dottor Botkin ha inoltre avuto in cura molti veterani di guerra e ha pubblicato articoli scientifici riguardanti le zone della funzionalità celebrale, il PTSD, la desensibilizzazione e l’elaborazione mediante movimenti oculari (EMDR). Attualmente è direttore del Center for Grief and Traumatic Loss, LLC a Libertyville, Illinois, dove sperimenta la tecnica da lui messo a punto, una diversa procedura psicologica per ottenere esperienze evocative del defunto, chiamata IADC. L’acronimo “IADC” è un marchio registrato di proprietà del dott. Allan L. Botkin e significa “Induced After Death Communication”, Comunicazione Post-Mortem Indotta.
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Psicoterapia
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