Dina Wardi
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I lager nazisti hanno lasciato segni indelebili non solo sulla pelle e nell’anima di chi li ha vissuti in prima persona. Questo libro affronta il dramma dei figli degli internati in quei campi. Sospesi tra la protezione data dai genitori e la terribile urgenza di sapere, queste seconde generazioni dei lager hanno tratti comuni nel loro carattere?
A questa domanda risponde l’autrice, mettendo in campo un discorso complesso, ma doveroso. Una ricostruzione psicologica del più grande dramma che la storia europea abbia mai vissuto. L’armonia impossibile dell’infanzia violata dai fantasmi del Terzo Reich, la forza dei documenti e dei racconti.
Un’esperienza indiretta che si manifesta come malattia del lager anche per chi non c’era ancora. Perché anche questo è stato e continua a essere nelle menti, anche di chi non ha vissuto.
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